Lavoratrici e lavoratori nell’abbigliamento e nelle calzature italiane dopo la globalizzazione
Worker conditions in Clothing and Shoes Sector After Globalization
Ambito disciplinare Sociologia
Tipologia finanziamento Commerciale
Ente Finanziatore ALTRO ENTE (Finanziamenti da Altri Enti)
Data avvio: 1 April 2013
Data termine: 31 January 2014
Durata:
Importo: € 3.000,00
Coordinatore: DEVI SACCHETTO
Abstract:
Nel corso degli ultimi vent’anni i settori dell’abbigliamento e delle calzature italiani si sono profondamente trasformati a causa del progressivo spostamento di segmenti produttivi verso alcuni paesi dell’Europa orientale e dell’Asia. La riorganizzazione della produzione in Italia ha avuto profondi effetti sulle mansioni svolte, oltre che più in generale sulle condizioni di lavoro.
Questa proposta di ricerca intende concentrarsi sui cambiamenti in termini di condizioni di vita e di lavoro che hanno interessato lavoratrici e lavoratori nei settori abbigliamento e calzature in Italia. Lo studio si propone inoltre di ricostruire alcune delle filiere principali nei due settori attraverso l’analisi sia dei vari modelli di sub-fornitura sia delle diverse situazioni lavorative ai vari livelli della sub-fornitura. Le ricerche settoriali sviluppate in questi anni sull’argomento si sono concentrate quasi esclusivamente sul lato gestionale, e più in generale sulle ricadute in termini economici, mentre scarsa attenzione è stata posta ai cambiamenti nella composizione della forza lavoro e nelle condizioni di lavoro.
Gli anni Novanta hanno segnato l’inizio di un processo continuo di riorganizzazione produttiva caratterizzate da rapidità e flessibilità che non sembra oggi venir meno. Pur in modo più limitato rispetto ad altri settori, anche nell’abbigliamento e nelle calzature si sono inseriti lavoratori migranti. Il modello di inserimento dei lavoratori migranti sembra essere differenziato sulla base della nazionalità: mentre i lavoratori cinesi operano quasi esclusivamente all’interno di aziende di proprietà di cinesi nel caso di lavoratori di altre nazionalità essi si inseriscono sovente all’interno di aziende di proprietà di italiani. Non si tratta di un settore attraente, ma un’occupazione regolare in questo settore permette comunque ai migranti di uscire da condizioni di marginalità o nel caso delle donne di evitare il lavoro domestico. Per i piccoli imprenditori l’assunzione di lavoratori migranti si dà poi come necessità per la sopravvivenza, date le difficoltà in alcune aree dell’Italia settentrionale di reclutamento di manodopera locale e della concorrenza locale di nuovi competitori. In effetti, la diffusione dei laboratori cinesi è stata notevole sia nelle calzature sia soprattutto nell’abbigliamento. Si tratta di una rete particolarmente organizzata che funziona con spostamenti di manodopera alla bisogna che talvolta avvengono anche rapidamente da un’area a un’altra area italiana.
Obiettivi: Il primo obiettivo di questa ricerca è un’analisi della letteratura esistente al fine di costruire una mappa della distribuzione geografica delle attività produttive nell’abbigliamento e nelle calzature in Italia. In tal senso sarà opportuno ricostruire alcune delle principali filiere produttive che continuano a insistere sull’Italia per comprendere sia le fasi e le mansioni sia le figure imprenditoriali oggi presenti nel settore. Una volta delineata la presenza dei due settori nelle diverse aree italiane e definito i principali gruppi imprenditoriali la ricerca si soffermerà sulle condizioni di lavoro di lavoratori e lavoratrici in diverse situazioni che tengano presente: a) i territori diversi (nord, centro, sud) poiché, come è noto, i sistemi produttivi e i mercati del lavoro italiani sono estremamente differenziati; b) lo studio di una filiera di un gruppo della moda che per le sue caratteristiche è in grado di costruire delle “tendenze” generali. Il secondo obiettivo della ricerca è l’analisi sia dei rapporti tra i diversi attori nella filiera produttiva sia delle condizioni di lavoro nelle realtà prescelte. Per quanto riguarda il primo aspetto occorrerà comprendere come si sono trasformati nel corso degli ultimi anni i rapporti tra i diversi imprenditori e come le forme di delocalizzazione incidano sul tessuto produttivo. Per quanto riguarda il secondo aspetto questo studio dovrà tenere in considerazione le diverse caratteristiche sociali e lavorative e si soffermerà sui seguenti elementi: livelli salariali, ritmi lavorativi, orari di lavoro, livello di sindacalizzazione, rapporti lavorativi interni sia verticali sia orizzontali, precedenti esperienze di lavoro (per i migranti sia in Italia sia in altri paesi), tipologie contrattuali, livelli tecnologici, organizzazione e divisione del lavoro, livelli e modalità della flessibilità oraria, salariale e lavorativa, forme di razzismo o di discriminazione dal punto di vista di genere, della nazionalità, del colore della pelle e dell’età.
Piano delle attività: 13- PIANO DELLE ATTIVITA’: Si tratta di raccogliere il materiale bibliografico sulla presenza e la trasformazione organizzativa e lavorativa dei settori dell’abbigliamento e delle calzature in Italia negli ultimi vent’anni. Questa parte della ricerca verrà svolta sia nella fase iniziale, indispensabile per svolgere la ricerca empirica, sia nel prosieguo del progetto. La ricerca empirica si articolerà come segue: a) analisi dei cambiamenti nelle condizioni di lavoro nel settore abbigliamento e calzature italiano nel corso dell’ultimo decennio con particolare attenzione ai livelli salariali, agli orari, ai ritmi di lavoro, nonché alle forme di riorganizzazione produttiva; b) studio delle principali caratteristiche sociali e lavorative degli imprenditori italiani e stranieri che operano nei due settori; c) individuazione dei bacini di lavoro dai quali proviene l’attuale forza lavoro dei due settori e analisi dei livelli di qualificazione; d) analisi delle ricadute sulla manodopera in termini di qualità della vita delle mansioni svolte; e) determinazione del peso di eventuali segmenti di lavoro sommerso. La ricostruzione della situazione lavorativa dovrà soffermarsi sui seguenti elementi: a) le forme delle relazioni lavorative all’interno del luogo di lavoro; b) la distanza dal luogo di lavoro, le modalità e il costo di trasporto; c) i livelli salariali e la loro corresponsione, nonché gli orari formali e effettivi; d) il livello tecnologico dei macchinari sui quali opera la forza lavoro e più in generale i ritmi di lavoro; e) le modalità con le quali si esprime la gerarchia interna; f) le forme assunte dalla conflittualità e i livelli di sindacalizzazione; g) le forme della flessibilità del lavoro e le ricadute sulla manodopera occupata, sulla qualità della prestazione e sull’esecuzione del lavoro; La seconda fase della ricerca si baserà sulla raccolta di interviste in profondità e interviste semi-strutturate in tre aree (circa 20-25 per ognuna delle tre aree interessate) con i principali soggetti di questa esperienza produttiva e in particolare si propone di effettuare: a) interviste semi-strutturate sia con imprenditori, dirigenti e altre figure apicali (italiani e stranieri) sia con operatori sindacali dei settori a livello nazionale e locale sia infine con altri testimoni privilegiati; b) interviste in profondità a lavoratrici e lavoratori dell’abbigliamento e delle calzature sia italiani sia stranieri. Un rapporto finale dovrà concludere e sintetizzare i risultati della ricerca. Nel rapporto oltre all’analisi della situazione complessiva dei due settori dal punto di vista organizzativo e lavorativa, verranno ricostruire alcune storie di vita e di lavoro particolarmente significative. E’ inoltre prevista la pubblicazione di alcuni articoli sulle riviste specializzate e un volume finale.
Contatti: Devi Sacchetto
Risultati: Rapporto di ricerca, articoli
Note: ENTE FINANZIATORE *: Clean Clothes Campaign (progetto europeo: EuropAid/131141/C/ACT/Multi)